Perché lavorare su se stessi con il colore?
Il Colore, con la sua forza e la sua sacralità, può davvero farci vedere le cose in modo diverso e darci la forza per trasformare la nostra vita.
Viviamo immersi in un sistema di pensiero che ci accompagna da quando siamo nati. Non ce ne accorgiamo quasi più: è l’aria che respiriamo, la grammatica invisibile che struttura il nostro modo di pensare. È il linguaggio dell’ego: competitivo, giudicante, ossessivamente proiettato sull’apparire.
Eppure, sotto questi strati, c’è un’altra forza che aspetta di essere riconosciuta: quella del colore.
Il colore non è un ornamento, né un lusso per artisti sensibili. È un’esperienza concreta, potente, quasi scandalosa per la logica lineare della mente. Perché mentre l’ego costruisce muri di pensiero, il colore li scioglie. Mentre l’ego sussurra “non sei abbastanza”, il colore ti attraversa con una forza che non ha bisogno di giustificazioni.
Paesaggio dell’Anima blu
Lavorare con il colore significa esporsi. Non alla critica, ma a se stessi. È accettare che un blu profondo possa scardinare la tua malinconia meglio di mille analisi; che un rosso acceso ti metta in contatto con la volontà che avevi dimenticato; che un verde, con la sua calma implacabile, ti mostri la possibilità della trasformazione.
E’ un percorso di etica interiore. Perché serve forza per togliersi di dosso un’intera impalcatura di convinzioni, abitudini e paure accumulate in una vita.
Serve il coraggio di affidarsi a un linguaggio che non si spiega, ma si vive.
Per saperne di più vai sul mio Canale YT, dove trovi video, riflessioni su come possiamo trasformare la sofferenza e la rubrica "Un minuto di Miracoli" - meditazioni da un minuto con idee pratiche e potenti per aiutarti nel processo di risveglio.