La Terra vista da lontano: carovana in viaggio?

Quando osserviamo la Terra da lontano, come hanno fatto alcuni astronauti, la vediamo per quello che è: un’unità vivente, senza confini, senza divisioni. Un gioiello azzurro sospeso nel vuoto, che ci appare fragile e allo stesso tempo colmo di vita.

Eppure, questo sguardo limpido non è riservato solo a chi viaggia nello spazio. Anche nel silenzio della pittura, nell’ascolto interiore, possiamo cominciare a vedere il mondo in modo nuovo. Possiamo smettere di identificarci con la paura, con la separazione, con la lotta, e accorgerci che tutto è già Uno.

Nel mio percorso di Arte Terapia del Colore e studio di Un Corso in Miracoli, questa consapevolezza è sempre più chiara: la Terra non è solo il luogo dove abitiamo, è un passaggio sacro. Una scuola dell’Anima. Un’occasione di ritorno al nostro vero Sé.

Il dipinto che condivido oggi è nato da questo sguardo. Una Terra viva, che riflette la Luce divina che è in noi. Non c’è bisogno di evocare disastri per percepirne l’urgenza: la vera urgenza è ricordare.

La Lezione 182 di Un Corso in Miracoli dice:
“Sarò quieto per un istante e andrò a casa.”
In quell’istante di quiete, tutto si riordina. Ci ricordiamo che non siamo qui per caso, né per restare. Siamo qui per portare il Cielo sulla Terra.
E lasciarci guidare a Casa, attraverso ogni gesto, ogni colore, ogni battito del cuore.

La Terra, vista da lontano, è bellezza.
Vista da dentro, può essere la soglia verso la memoria del Cielo e del nostro vero Sé.

In uno sfondo arancione (colore del pianeta Giove), vediamo la Terra, proprio dal grande Padre dei Pianeti

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Perché lavorare su se stessi con il colore?

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Il richiamo di Casa